Come eravamo
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Come eravamo, rievocando il Sessantotto”
Sono previsti interventi del Prof. Elio Cappuccio, docente di Filosofia e dell’Ing. Nuccio Garofalo, manager della FIAT. Il giornalista e scrittore Carmelo Miduri presenterà il suo libro “ La meglio gioventù siracusana”, con testimonianze del sessantotto nella provincia di Siracusa.
Alla conferenza seguirà l’esecuzione di brani musicali degli anni Sessanta da parte del Nuovo Gruppo Estivo composto da Salvatore Gibilisco (voce e chitarra), Santino Fidone (batteria), Carmelo Barbagallo (tastiera) ed Emanuele Gibilisco ( voce e Sax).
Sulle tracce del Sessantotto
Si è concluso mercoledì 31 ottobre il ciclo di incontri “Appuntamenti d’autunno al Museo”, curati dal Centro studi di ricerche popolari Xiridia, che cura e gestisce gli splendidi e storici locali del Museo Etnografico Nunzio Bruno. La serata, dal titolo “Come eravamo. Rievocando il ’68″, ha ospitato il giornalista e scrittore Carmelo Miduri, con il suo libro “La meglio gioventù siracusana” e il prof. Elio Cappucio, docente di filosofia.
Introduce gli ospiti Cetty Bruno, direttrice del Museo, ricordando il lavoro del padre e la storia dell’edificio, che oggi raccoglie un’importante collezione di oggetti e testimonianze delle antiche comunità agropastorali del luogo. Gli interventi si sono alternati ai brani musicali degli anni Sessanta eseguiti da alcuni componenti del Nuovo Gruppo Estivo, storico gruppo solarinese formatosi proprio nel ’68. L’occasione vede una formazione composta da Salvatore Gibilisco, voce storica e chitarrista del gruppo, Santino Fidone (percussioni), ed Emanuele Gibilisco (voce e Sax).
Il prof. Cappuccio fotografa il quadro storico italiano e internazionale in cui nasce la rivoluzione sessantottina. Ricorda il maggio Francese, scatenato da una rivolta della gioventù studentesca parigina, caratterizzato da una vasta rivolta spontanea di natura insieme sociale, politica e filosofica. Evento questo, afferma il Professore, che neanche i protagonisti della scena politica del tempo avevano previsto. Un fenomeno che diventa globale. Proprio nella Parigi degli anni fra il 1933 e il 1939, Alexandre Kojève teneva le sue lezioni sulla fenomenologia di Hegel. Kojève riuscì a metterne in evidenza alcuni nuclei roventi: innanzitutto le figure del «Signore» e del «Servo». Immensa è la carica eversiva di questi temi che emergono dal testo di Hegel. La loro influenza avrebbe visto nascere due figure chiave per la cultura europea: Jean-Paul Sartre e Raymond Aron. Due figure opposte per costituzione. Mentre Sartre esprime una filosofia pienamente empatica del ’68, Aron lo definisce uno psicodramma collettivo vedendo nel marxismo una religione secolarizzata, “L’oppio degli intellettuali”, come recita il titolo di un suo libro. Passando per Marcuse e per la nota passione che gli studenti in rivolta avevano per le sue idee di “rifiuto” verso ogni forma di repressione, Cappuccio chiude citando grandi personalità come Keynes o Roosevelt: «quelli erasmiani che hanno tenuto la schiena dritta e magari non infiammano le masse. Ma la vera rivoluzione, in solitudine, l’hanno fatta loro».
L’incontro si conclude con la presentazione del libro “La meglio gioventù siracusana. Testimonianze a cinquanta anni dal Sessantotto e non solo” a cura del giornalista e scrittore Carmelo Miduri. Il titolo del libro riprende quello del film del 2003, diretto da Marco Tullio Giordana (La meglio gioventù), ispirato a sua volta alla omonima raccolta di poesie pubblicata nel 1954 da Pier Paolo Pasolini. «Nel ’68 avevo poco più di 16 anni – racconta lo scrittore – Non sono stato un militante, ma racconto i fatti da cronista, da osservatore». Per questo libro Miduri va a cercare i personaggi di allora, “i personaggi a sud del ’68”. Raccoglie quindi 50 testimonianze di cittadini eccellenti che negli anni fra il ’66 e il ’78 vissero le atmosfere che determinarono cambiamenti sociali e legislativi epocali. Nel libro troviamo la politica, il costume, la cultura e le testimonianze, riportate anche nel documentario di Giovanni di Maria e Gioacchino Tiralongo, sui “Fatti di Avola”. Ad Avola, il 2 dicembre 1968, Giuseppe Scibilia e Angelo Sigonia, due dei braccianti agricoli che lottavano per i diritti dei lavoratori, trovarono la morte. Miduri ricorda come per l‘Italia il ’68 fu il completamento del processo di democratizzazione che iniziò con la resistenza, il frutto dell’idea di migliorare le condizioni economiche, culturali e sociali. Un’idea che veniva principalmente dai giovani alla ricerca di nuovi spazi di dignità dopo le delusioni del boom economico a cavallo degli anni ‘70, boom che non fu tale per tutti. In virtù delle lotte di studenti, operai e del movimento femminista in particolare, fu abolito il delitto d’onore ad esempio, e furono raggiunti molti altri importanti traguardi per la conquista dei diritti civili. Il libro ci ricorda che Siracusa non fu l’ultimo degli avamposti di questo movimento. Dopo il suicidio di Jan Palach, il patriota cecoslovacco diventato simbolo della resistenza anti-sovietica, Siracusa ospitò una manifestazione che contò 20.000 giovani di tutti gli orientamenti politici; una delle più grandi in Italia. In quegli anni per la prima volta l’ISTAT considera i giovani tra le categorie da indagare e anche la stampa comincia ad accorgersi di loro: dopo il ’65 vengono editati ben 4 settimanali indirizzati proprio ai giovani. Attraverso il libro gli autori fanno anche un bilancio di questi 50 anni, dal quale emerge il rammarico di non aver trasferito appieno la passione di quei giovani alle generazioni successive.
Bisognerebbe instillare nuovamente nei ragazzi la passione per la politica ricordandosi del suo significato più profondo che, dal greco, si traduce in “arte che attiene alla città-stato” e quindi l’arte di governare le società. Un’arte che, in questo periodo storico, sembra essere molto lontana dagli interessi dei più giovani e dimenticata o manipolata proprio da chi, quel periodo storico, l’ha vissuto.
Chiara Dimauro